Mercoledì 31 maggio nel cuore di una giornata con temperature calde che preannunciano l’estate, come un fulmine a ciel sereno, una brutta notizia corre sui telefonini, sul web, balzando da persona a persona, di casa in casa, di paese in paese, un tam tam inarrestabile in tutta la valle di Susa: è mancato Elisio Croce.
Una notizia difficile da recepire e concretizzare sul momento. Purtroppo le cattive notizie hanno la prerogativa di avere una percentuale altissima di verità, e questa è una di quelle. Elisio, un amico, l’amico di molti, non è più tra di noi. Elisio ha saputo farsi apprezzare attraverso le sue molteplici attività in campo sociale, umanitario e politico dove aveva rivestito la carica di primo cittadino per tre legislature nel comune di Villar Dora. E’stato scrittore di articoli sui giornali locali, autore di numerosi libri di montagna, poeta, sostenitore No Tav, membro della CRI, donatore di sangue e punto di riferimento dell’intera comunità della valle di Susa.
Un uomo dal “multiforme ingegno” un personaggio come Ulisse nell’Odissea di Omero, un uomo che nella sua breve vita ha lasciato tracce indelebili, è stato protagonista del suo tempo e a tutti noi ha lasciato una grande eredità. Dotato di una intelligenza versatile, profondo conoscitore di usi, tradizioni di storie e di vite vissute, dove il rispetto, l’umiltà, il sapere apprezzare le piccole cose, l’ascoltare e capire le persone senza imporre il proprio io sono stato il suo credo. Valori che noi tutti dobbiamo prendere come esempio, da apprezzare e da trasmettere ai posteri.
Toccanti le parole di don Luigi Chiampo nell’omelia funebre, come pure le letture al cimitero da parte di Gigi Richetto, Adriano Viarengo ed una rappresentante di una Associazione del comune di Condove. Le persone hanno capito ed apprezzato questo suo modo di essere, dimostrandolo con la presenza nell’accompagnarlo verso l’ultima dimora al cimitero di Villar Dora insieme ad una moltitudine di Associazioni rappresentate con i loro stendardi e bandiere a lutto.
Essendo chi scrive socio del Club Alpino Italiano della sezione di Almese da molti anni, vorrei ricordare Elisio come uomo di montagna, di come e quando ci siamo conosciuti e di come è nata la nostra amicizia. Era l’inizio degli anni settanta che sposando Liliana, da Condove venne ad abitare a Villar Dora, ed è da quel momento che iniziò la nostra amicizia. Nel 1974 Elisio fu contattato da Raimondo Stefano che assieme ad altri alpinisti ed appassionati di montagna fondarono nel 1975 la sottosezione del CAI Almese dove assunse la carica di vice presidente dal 1976 -1977, anno che passò da sottosezione a sezione. In quegli anni le mete di chi saltuariamente frequentava la montagna erano legate in parte alle feste religiose come Collombardo, Rocciamelone e così via. Con Elisio, Lingua Renato, Piero Malvassora ed altri membri del consiglio direttivo del CAI si incominciò a programmare gite con spettro più alpinistico, al di fuori delle solite mete conosciute a molti, esempio: Vanoise, Ecrins, Alpi Marittime, Gran Paradiso, Monte Rosa ecc. Infatti molte erano le cime oltre i 4000 metri che Elisio scalò: Monte Bianco, Cervino, Dufour, Barre des Ecrins, tanto per citarne alcune.
Ricordo le cene nei rifugi che, oltre ad essere un momento conviviale erano un momento di aggregazione tra gruppi di alpinisti e non, ed era sufficiente che qualcuno intonasse una canzone che tutti si univano all’unisono in un solo coro, intonati e non, ma grazie all’aiutino della “farmacia alpina, come grappa e genepì” che immancabilmente l’amico Elisio dal suo taschino, come per magia, tirava fuori la sua fisarmonica a bocca ad accompagnare l’improvvisato coro. Così che dopo aver lubrificato e allenato le corde vocali, tutti a nanna nei dormitori, ed ecco che si sentiva la voce di Elisio leggere una poesia scritta da lui in piemontese, come buona notte, con l’augurio che domani ci fosse una bella giornata per la salita alla vetta. Nell’oscurità e nella quiete del dormitorio un sottile filo di voce sussurrava ”speruma che doman a pieuva !”.
Elisio fu un valido collaboratore della rivista Intersezionale Muntagne Noste dove scrisse parecchi articoli. Scrittore di numerosi libri dove sempre primeggiava l’amore per la gente e per le tradizioni della cultura alpina. Vorrei citarne due dei suoi libri “Dal Musinè al Rocciamelone“ e “Montagne di Valsusa” come testimonianza di tanti anni di scalate e di escursioni fatte negli anni passati attraverso questa nostra bella Valsusa.
Qualcuno più in alto di noi ha voluto così chiudere il libro della sua vita troppo presto, lasciando in bianco tante pagine. Ognuno di noi tenterà di scriverle facendo tesoro di tutto quanto ci ha lasciato ed insegnato.
“Ciao amico mio, non ti vedrò più per le strade del paese di Villar Dora per scambiare quattro chiacchiere, ma ogni volta che raggiungerò la cima di qualche montagna ti penserò e sarò contento di averti conosciuto”.
Marco Frigerio
Villar Dora, 5 giugno 2017