Dalla sezione : Lezioni teoriche Corso Alpinismo 2016 |
Inviato da CAIAlmese il 28/04/16 (1037 letture) |
Corso di Alpinismo
Lezioni teoriche aperte a tutti i soci (anche per quelli non iscritti al corso) Presso la sede CAI di Bussoleno (Borgata Grange 20) alle ore 21.00
5 maggio - Preparazione e conduzione salita 12 maggio - Catena di assicurazione 26 maggio - Glaciologia e tecnica di ghiaccio 8 giugno - Progressione in conserva 7 luglio - Topografia e orientamento
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Dalla sezione : Relazione del Presidente all’assemblea dei Soci del 16 marzo 2016 |
Inviato da CAIAlmese il 30/03/16 (1204 letture) |
Relazione del Presidente all’assemblea dei Soci del 16 marzo 2016
Cari Soci, é giunta la primavera. La nostra associazione non cessa mai di operare. Tuttavia con l’arrivo della bella stagione cresce in noi il desiderio praticare più attività all’aperto. Così, terminate le uscite di sci di fondo (in collaborazione con il CAI di Coazze ), continueremo con le facili gite di fondo escursionismo e con quella più impegnativa di scialpinismo del 22 maggio. Naturalmente non mancheranno le escursioni culturali, a partire dalla visita ai forti di Fenestrelle. Dopo il trekking sul Triglav (Slovenia) della scorsa stagione, ne riproporremo uno anche quest’anno di tre giorni, questa volta al cospetto delle Tre Cime di Lavaredo dove percorreremo le vie ferrate costruite dai nostri soldati durante la Grande Guerra. Le gite avranno caratteristiche tali da accontentare un po’ tutti, dai canali alpinistici della Gran Guglia e del Marguareis, alle traversate del Pelvoux e della Punta San Michele, non mancherà un 4000 (Punta Giordani) nel massiccio del Monterosa. Escursioni più semplici saranno anche in val Maira, Vanoise, valli della Clareé e Gressoney, inoltre vie ferrate come quelle di Pont e Caprie. Da quest’anno è costituito anche un gruppo di Trail Running che completa le varie discipline alpine proposte dalla nostra sezione. Per i “Buoni di Pernottamento” sono convenzionati il rifugio Balma e la Palazzina Sertorio, due posti tappa della vicina val Sangone che meritano una nostra visita. D'altronde la val Sangone è stato il tema della nostra rivista Intersezionale e lo sarà anche per il 2017. Altra attività da non dimenticare sono le Serate sulla montagna. Un primo appuntamento sarà il 20 Aprile con Enrico Pol che ci racconterà del “Colle del Lys e dintorni”, il 18 Maggio con il nostro socio Gallino Silvano, grande conoscitore di minerali e cristalli, per completare il 22 Giugno con Rita Bosio e Grazia Sappei che presenteranno i loro viaggi “in terre lontane”. Il bilancio 2015 si è chiuso in attivo, altrettanto lo è la previsione 2016. Due anni di bilancio in attivo sono necessari per l’accesso alla Personalità Giuridica della sezione. Tale condizione ci consentirà di evitare che in caso di controversie legali la responsabilità patrimoniale possa ricadere sul Presidente e sui Consiglieri, un passaggio importante per chi proseguirà nella futura amministrazione della nostra sezione. Un discreto numero di persone, quasi 300, ogni anno rinnova la tessera nella nostra sezione, con una tendenza in leggero aumento grazie all’impegno degli Accompagnatori del nostro Gruppo Giovanile, sempre attivi sia nella stagione invernale sia estiva con belle iniziative per bambini e anche genitori. L’impegno per mantenere viva la nostra sezione e promuovere la conoscenza della montagna è continuo. Il calendario delle gite sociali 2016, che vi alleghiamo, comprende tutte le discipline alpine nei suoi vari livelli di difficoltà, accompagnatori di esperienza garantiranno gli aspetti organizzativi e la conduzione delle gite in sicurezza. La vostra partecipazione sarà la maggior soddisfazione per il nostro impegno e proprio per questo vi aspettiamo sempre più numerosi.
Cordiali saluti.
Il Presidente Giuseppe Isabello
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Dai soci : Perché lo fai? La sfida tra uomo e montagna di “Everest” |
Inviato da PManenti il 22/11/15 (2748 letture) |
Everest, un film da vedere. Un film per chi ama la montagna, ma anche per chi non la conosce e non ne comprende i sentimenti. Poetico e avvincente, Everest non è un film banale, non può esserlo; racconta una delle più incredibili e drammatiche avventure sulla montagna più alta e affascinante del mondo, che nel 1996 coinvolse le spedizioni guidate da Rob Hall e Scott Fischer. Nel film s'intrecciano il fascino incontaminato e maestoso della natura e il vissuto dei vari personaggi, chiamati al giudizio inappellabile della grande montagna. Tutti possono trovarci parte di se stessi. La montagna è Moby Dick, la montagna è dio: un'enorme metafora di ghiaccio e furia, un baratro senza fine sotto i piedi dell'ambizione, della vanità, dell'irrefrenabile desiderio dell'uomo di affrontare e superare qualcosa o almeno se stesso, a costo di rischiare la propria vita pur di dimostrare di averne ancora una. Alla ricerca entusiasta e affannosa della grande bellezza che nessuno ha mai visto, sogno accecante nel bianco che annulla e a volte divora. Perché il problema non è arrivare in cima: è tornare indietro. «Perché lo fai? Perché è lì». Queste furono le parole di George Mallory, un alpinista inglese che mori nel tentativo di salire l’Everest ventinove anni prima di Edmund Hillary e dello sherpa Tenzing Norgay. Quindi perché scalare l’Everest? Perché è lì, appunto, si tratta di una sfida innata nell’uomo quella che muove i protagonisti del film. L’uomo, oggi come nelle civiltà passate, avverte nella montagna il fascino misterioso del sublime e delle più svariate forme di estasi. Profondamente radicate nell’uomo, ci sono motivazioni antropologiche che hanno portato all’identificazione dei luoghi sacri: la montagna, la sorgente, la grotta, la foresta, sono così diventate sedi privilegiate del sacro. La montagna e la spiritualità ad essa legata ha da sempre assunto moltissimi significati nella storia delle idee e delle credenze. In tutte le religioni, la montagna è il simbolo della trascendenza che è immaginata sempre in alto. Così i monti, con le loro vette che si innalzano nel cielo, spesso nascoste dalle nubi che le rendono misteriose, diventano il simbolo del divino. Si pensi alla Ziqqurrat mesopotamica, all’Olimpo dei greci, al Sion ebraico, al Potala tibetano, al Fujiyama giapponese, alla Montagna Bianca dei Celti e così via. La montagna con la sua natura spesso incontaminata diventa luogo preferito per il colloquio con l’eterno, per cui l’uomo, salendo, è portato alla meditazione e alla riflessione spirituale. Quindi il monte può significare ascesi, distacco dal materiale e simboleggiare la tensione dell’uomo verso la divinità che abita i cieli. E’ per questo che tradizioni religiose di tutte le culture e di tutti tempi, alimentate da una inesauribile fantasia, hanno conferito a tante montagne un senso e un valore sacro, spazio di un possibile legame tra cielo e terra. Nella Bibbia la montagna è luogo della presenza di Dio, quindi della bellezza, del silenzio meditativo, della perfezione e della prova. Si fa così simbolo dell’elevazione dell’uomo. E poi il clima: così mutevole, bizzarro e imprevedibile. Il vento che come brezza accarezza ogni cima, all’improvviso può diventare violento e rabbioso, aggredendo e spazzando via ogni cosa. Il sole che scioglie inesorabilmente il ghiacciaio, riducendolo goccia a goccia in ruscello, in un attimo lascia il posto al buio pauroso di un temporale che scroscia terribile e porta a valle quanto è instabile. E quando la neve avvolge in un riposo cosmico la valli e le vette, e quando la sera dolce allunga le ombre degli alberi, e la notte viene a dare riposo al creato, l’uomo è costretto a dare a questi valori fisici valenza metafisica. Normale quindi che nel tentativo di spiegare questa massa confusa di elementi naturali, percepiti come strani e incomprensibili fenomeni, li abbia trasformati in racconti, miti, leggende. Nel film Everest, il regista islandese Baltasar Kormàkur mette in chiaro il messaggio di fondo: le spedizioni commerciali sono pericolose e inopportune. Lo si vede nella scarsa preparazione degli alpinisti, nell’assurdità di voler raggiungere a tutti costi la vetta. Ma il film non da allo spettatore soltanto questo messaggio. Nello scorrere della pellicola lo spettatore può comprendere il perché l’uomo esplora le montagne, le sale a volte in condizioni ambientali e climatiche estreme sino al rischio della vita. L’uomo nell’ascendere lascia il peso della materialità, della monotonia, della quotidianità, ne prova struggente desiderio, ne assapora l’insopprimibile bisogno. E’ lassù sul monte che si sperimenta la contemplazione, anche tra fatica e sofferenza, che permette di uscire da sé per conoscere l’Altro. Il film è finito, le luci della sala si riaccendono, dentro e fuori lo schermo si rincorre sempre la stessa domanda: «Perché lo fai? Perché è li».
Paolo Manenti
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Dalla sezione : Giornata Internazionale delle Montagne |
Inviato da CAIAlmese il 21/11/15 (2305 letture) |
11 dicembre: La Giornata Internazionale delle Montagne ( IMD -International Mountain Day)
L’11 dicembre è il giorno in cui celebriamo le montagne e le persone che vivono in montagna. L’11 dicembre per noi è un giorno speciale in cui cogliamo l’occasione per ringraziare tutti coloro i quali aiutano a mantenere la montagna un territorio forte, sano e abitabile. L’11 dicembre si celebra in tutto il mondo la ”Giornata internazionale della montagna“ (International Mountain Day, IMD). A seguito del grande successo dell’anno internazionale delle montagne del 2002, l’assemblea generale delle Nazioni Unite decise di istituire permanentemente questa giornata, invitando la comunità internazionale a organizzare eventi a tutti i livelli per sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza delle aree montane per la vita sulla terra e per lo sviluppo sostenibile. Le montagne, che coprono un quarto della superficie terrestre e ospitano il 12% della popolazione mondiale, sono tra gli habitat più minacciati: deforestazione, sfruttamento indiscriminato del territorio, alti tassi di emigrazione, attività minerarie e turismo spesso mal gestiti e dannosi per l’ecosistema. Nonostante le popolazioni montane siano quelle che a livello globale meno contribuiscono alle emissioni di gas serra, sono paradossalmente tra quelle che più risentono degli effetti negativi del cambiamento climatico con lo scioglimento dei ghiacciai e l’arretramento del permafrost, mentre inondazioni, frane e valanghe diventano sempre più frequenti. Le montagne sono i più grandi serbatoi idrici e riforniscono d’acqua l’intero pianeta. Oltre il 50% della popolazione mondiale dipende dall’acqua fornita dal territorio montano per bere, per cucinare, per irrigare, per la produzione di energia elettrica, per l’industria. Ma appare ormai evidente che questa situazione non durerà all’infinito. Le montagne si spopolano e molti sono costretti a migrare verso le città perché le opportunità diventano sempre più scarse. L’aver trascurato questi habitat non ha soltanto avuto ripercussioni sulle comunità che vi abitano, ma sta avendo ricadute negative su ogni abitante del pianeta. Dal 2003 questa giornata vuole ricordare l’importanza delle montagne per la qualità della vita, e promuovere alleanze per contribuire a migliorare gli ambienti montani in tutto il mondo.
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